Diciannove anni ma già tanta esperienza fra calcio a 5 e a 11, alternando le due discipline. Per Tomaso Arzu, la scorsa estate, è arrivata la scelta: la Serie A di futsal con il 360 GG Monastir, dopo essere cresciuto sempre nel Monastir giocando con la società sia a calcio a 11 (in Eccellenza, anche in prestito in Serie D al Latte Dolce) sia a 5. Laterale della rosa a disposizione di Diego Podda, ha subito esordito nella massima serie di futsal e punta a proseguire il percorso di crescita sia personale sia della società.
Tomaso, come sei arrivato al calcio a 5 dal calcio a 11?
Grazie alla società Monastir, che offriva entrambe le categorie. Sono uno al quale piace tanto migliorare, non c’è ombra di dubbio che il calcio a 5 tecnicamente sia qualcosa di fantastico per chi proviene da quello a 11. Poi a me piace molto il dribbling, ho visto alcuni giocatori e mi hanno fatto innamorare. Dai primi allenamenti non ho più voluto smettere, mi ha aiutato per giocare a calcio a 11 ma appassionandomi non ne ho più potuto fare a meno. Sono arrivato a fare tutti e due per non fermarmi.
Come ti sei trovato nel passaggio?
Inizialmente è stato difficile, perché è tutto un altro sport: c’è solo la palla in comune, non è che si assomiglino così tanto. Ho avuto le prime difficoltà, come qualsiasi giocatore di calcio a 11 che passa a 5, ma dopo un mese di allenamenti quotidiani mi sono adattato. È divertente e rapido, spettacolare da vedere.
Il 360 GG Monastir ti ha subito dato la possibilità di giocare in Serie A.
Mi sono riavvicinato al calcio a 5 grazie soprattutto al direttore sportivo Lucas Massa, che è stato mio compagno di squadra. Tutti mi parlavano bene della squadra e quando sono arrivato qui ho avuto solo conferme: è un ambiente fantastico, dove uno può dare il massimo e dove tutti vogliono cercare di dare una mano per migliorare. Vogliamo vincere, fare bene e soddisfare le richieste della società.
Cos’hai provato all’esordio? È avvenuto poche settimane dopo il tuo arrivo.
Emozione più che rara, che non provavo da un bel po’ di tempo. Forse dall’esordio assoluto a calcio a 5 a quindici anni. Poi abbiamo fatto una grande partita e abbiamo vinto, è stato tutto perfetto. Diego Podda mi sta aiutando, anche i compagni mi danno consigli e sanno che sono qua a disposizione. L’obiettivo personale è migliorare e avere sempre più spazio, poi come squadra la salvezza è quello primario, senza paura perché contro Petrarca abbiamo dimostrato di poter fare delle grandi partite ed essere competitivi con tutti.
Che consiglio dai a chi si avvicina al calcio a 5 dopo aver giocato a 11?
Di divertirsi, di imparare il più possibile anche sbagliando. È uno sport dove si corre tanto, anche se il campo è piccolo, ma lo si fa sempre col sorriso. Non c’è mai un attimo di pausa, tocchi tanto la palla e ti diverti. Per i ragazzi come me, che hanno la possibilità di fare tutti e due, è ottimo. Poi ascoltare il più possibile chi hai accanto che ti può aiutare, perché solo così puoi riuscire ad apprezzarlo al meglio.